Tag : composizione

A bigger splash

Vorrei prendere in esame il famosissimo dipinto A bigger splash del 1967 di David Hokney (1937), fingendo di non sapere nulla della vita dell’autore e analizzandone soltanto gli elementi formali e cromatici presenti nel dipinto stesso. Convinto, come sono, che un autore di testi visivi tutto quanto ha da dirci lo esprime tramite gli elementi grammaticali della propria disciplina e che, nel caso di Hokney, ritroviamo nel dipinto; all’interno del quale potrebbero celarsi anche elementi inconsci della sua personalità, così […]

La pubertà

Edward Munch, La pubertà (particolare), 1894-95, Galleria Nazionale di Oslo   Le opere di Edward Munch (1863-1944) nel corso del tempo mi hanno affascinato sempre più. Ne La pubertà del 1894-95 certe distorsioni formali e prospettiche tipiche del suo linguaggio maturo, al quale questo dipinto appartiene, non sono presenti. Questo lavoro ha un carattere più intimo o apparentemente meno esplosivo rispetto ad altre sue opere più violente e stridenti cromaticamente e nelle forzature formali. L’esplosività di questo dipinto risiede in […]

Aspetti delle forme geometriche prime

In uno dei miei precedenti interventi ho trattato degli andamenti spazio-temporali inerenti la composizione (https://www.danilosantinelli.it/danilos-blog/andamenti-spazio-temporali-della-composizione/), per completezza vorrei ora introdurre alcuni aspetti riguardanti le tre forme geometriche basilari, anch’esse preziosi strumenti compositivi: quadrato, cerchio e triangolo.     Il quadrato, contraddistinto dai suoi quattro lati e angoli uguali, non presenta moto, esso sembra chiudersi su se stesso, apparentemente immobile nella sua solidità suggerita dagli angoli retti. La stabilità e la concretezza insite in questa forma ne hanno consentito, sin dall’antichità, […]

Andamenti spazio-temporali della composizione

Nel precedente articolo (https://www.danilosantinelli.it/danilos-blog/illusorieta-del-realismo/) ho evidenziato come parlare di realismo all’interno dei testi visivi sia improprio. Essi, infatti, impiegano codici che si rivolgono al nostro modo di vedere e pensare il mondo, dunque alla nostra percezione di esso, che lungi dall’essere reale è invece distorta: si era in tal senso portato l’esempio della convergenza prospettica che il nostro sguardo – e il disegno di conseguenza riproduce – percepisce. Il senso di realismo è quindi dato dal proporci il soggetto rappresentato […]