Dal postmoderno all’altermodernità 4

Seminario tenuto il 7 novembre 2020 presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, all’interno del ciclo dal titolo Interventi attorno Chiari

 

Le influenze nell’immaginario diffuso

Come noto gli anni Sessanta videro con i Beatles il sorgere della musica Pop Rock, a riprova di quella vocazione popolare dell’intera Epoca Contemporanea sin dal suo sorgere. È, infatti, all’interno di quest’ambito che si verificò un altro di quei cortocircuiti tipici di quest’epoca: se nel corso degli anni venti del Novecento Edgar Varese (1883-1965) eliminò la differenza tra suono e rumore, introducendo nelle sue composizioni una ritmica incalzante e suoni preregistrati (che segnarono anche l’avvio della musica elettronica) e, nel frattempo, Charles Ives (1874-1954) aveva già introdotto derivazioni musicali di origine popolare come il ragtime, la musica bandistica e il gospel, dunque entrambi contaminarono con l’estraneo e il basso la colta musica classica; negli anni Sessanta Frank Zappa (1940-1993) invertì invece la prospettiva, riconducendo all’interno del popolare Pop Rock proprio quelle avanguardie condotte da Varese ed Ives che nel frattempo erano divenute colte a loro volta. E del resto non è un caso che nella musica degli anni Sessanta e Settanta si diffuse sempre più l’uso dei rumori, ne troviamo ad esempio un impiego diffuso nella produzione dei Pink Floyd, uno dei gruppi più noti del periodo.

A sinistra: The Beatles. Al centro: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, 1967 Cover: Peter Blake. A destra: 1967 funerale del movimento hippie contro lo sfruttamento commerciale della sua immagine, delle sue idee.

1968 Rivolte studentesche Manifestazioni femministe anni Sessanta

Charles Ives, Edgar Varesse, Jhon Cage, Frank Zappa

                                                         Pink Floyd, Atom heart mother

Simili contaminazioni, in quegli stessi anni, intervennero anche nell’ambito del fumetto. Già sul finire degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, un autore come Alberto Breccia aveva introdotto in questo medium tipicamente popolare alcune influenze visive delle avanguardie pittoriche, come pure l’impiego di materiali ibridi. Un esempio che sarà poi ripreso anche in Italia nella costituzione dell’alfabeto visivo di un notissimo personaggio come quello di Valentina ideato da Guido Crepax (1933-2003). Nelle sue vicende entrano a gamba tesa i linguaggi dell’astrazione visiva e una narrazione a-cronologica tipica delle avanguardie letterarie del romanzo psicologico. Genere, quest’ultimo, che tra il 1910 e il 1925 sotto l’influsso del pensiero di Bergson (Henri Bergson 1859-1941), incentrato sul flusso di tempo, e la nascita nel 1899 della psicoanalisi di Freud (Sigismund Freud 1856-1939), fece deflagrare la tipica costruzione narrativa costituita da inizio – centro – fine, dove gli eventi si presentavano ordinatamente, sostituendola con le sperimentazioni introdotte nei romanzi di James Joyce (1882-1941), Marcel Proust (1871-1922), Franz Kafka (1883-1924), Thomas Mann (1875-1955) e Italo Svevo (1861-1928).

Alberto Breccia, Mort Cinder, 1962 –  Alberto Breccia, Perramus, 1983 –  Alberto Breccia, L’uomo e la bestia, 1981

Guido Crepax, Valentina, 1965

Nel 1974 in Francia si aprì la parabola della rivista a fumetti Metal Hurlant (2), che presentava tanta parte delle valenze visive tipiche della cultura Hippie d’allora, espresse soprattutto tramite un’ossessività e un ipnotismo già connaturato nel genere psichedelico musicale in voga in quegli anni, come pure nelle copertine di quegli stessi LP (long playing i vinili a 33 giri). In pittura, parallelamente alla Pop Art, furoreggiava l’Optical Art presentando illusioni ottiche ottenute con medesima ipnotica ossessività. Un’insistenza decorativa, seppure con risultati estetici differenti, che non può certo dirsi estranea a quella tipica del modernismo portata dal Liberty nelle sue numerose declinazioni, più gentili e sintetiche come nel caso di Beardsley (Aubrey Beardsley 1872-1898), ma anche più oscure e inquietanti come nel caso di Henry Clarke (1889-1931).

A sinistra: Il primo numero di Metal Hurlant, con illustrazione di Moebius Al centro: Moebius. A destra: Druillet
Rivista fondata nel 1974 da Jean Giraud (Moebius, fumettista) a Philippe Druillet (fumettista), Jean Pierre Dionnet (sceneggiatore), Bernard Farkas (direttore finanziario), che chiamarono la casa editrice Les Humanoïdes Associés.

Victor Vasarely, Vega 200, 1968 –  Vertigo Recocords 1969 –  Axis: Bold As Love – The Jimi Hendrix Experience, 1967

Le Orme, Ad Gloriam, 1969 – Manifesto realizzato da Andrea Pazienza – Album del 1967

Henry ClarkeAubrey Beardsley

Metal Hurlant: Enki Bilal, Caza (Philippe Cazaumayou), Richard Corben

Metal Hurlant: Alain Voss, Bernie Wrighyson, Milo Manara

Sempre alla metà degli anni Settanta, nell’ambito del fumetto underground americano, era intanto nata la pittura Lowbrow con Robert Williams (1943), un fumettista che nelle sue grandi tele ad acrilico affastella una congerie di soggetti tipici dell’industria culturale popolare sull’esempio della precedente Pop Art, compresi, chiaramente, i personaggi dei fumetti. È negli anni Novanta che questa corrente inizierà ad assumere i caratteri del Pop Surrealism (nome col quale è maggiormente conosciuta), con i quali oggi la conosciamo, come dimostra la vicenda di Todd Schorr (1954), i cui lavori sino al termine degli anni Ottanta sono ancora di chiara impronta Lowbrow, per mutarsi in seguito in una pittura che presenta i caratteri pittorico-tematici più tipici del Pop Surrealism e che vede in Mark Ryden (1963) e Ray Caesar (1958) i suoi due maggiori rappresentanti.

A sinistra: Robert Williams, The Anti-Madonna’s Affirmation of the Status Quo, 1985. Al centro: Todd Schorr, Fat boy, 1989. A destra: Todd Schorr, Antidote for a Worrisome World, 2012

Mark Ryden, Incarnation, 2009 – Ray Caesar, La Chambre, 2012

Nel 1980 si aprì invece in Italia l’esperienza di Figidaire (3), con gli esempi eccellenti di autori come Andrea Pazienza (1956-1988) e Tanino Liberatore (1953), per citarne solo due. Oltre allo Zanardi di Pazienza, l’altro personaggio probabilmente più noto della rivista a fumetti fu Ranxerox. Disegnato inizialmente da Stefano Tamburini – poi divenutone solo sceneggiatore – con una grande carica sperimentale fatta di distorsioni e allungamenti dei personaggi e ottenuta tirando le stampe da una fotocopiatrice della quale il personaggio prende il nome (la Xerox è una nota azienda che produce fotocopiatrici). Ranxerox fu poi disegnato da Liberatore con l’impronta iperrealista che lo rese noto.

A sinistra: Il primo numero di Frigidaire, con illustrazione di Stefano Tamburini. Al centro: Andrea Pazienza. A destra: Tanino Liberatore
Rivista fondata nel 1980 da Stefano Tamburini (fumettista e sceneggiatore), Filippo Scozzari (fumettista e sceneggiatore), Vincenzo Sparagna (direttore), a seguito dell’esperienza di Cannibale (altra rivista edita da Il Male) ai quali si aggiunsero Pazienza, Liberatore e Mattioli, edita dalla Primo Carnera Editore

Massimo Mattioli, Filippo Scozzari,  Stefano Tamburini

Ancora negli anni Ottanta si formò il Gruppo Valvoline, che sulle pagine di Aletr Alter (4), in precedenza Alter Linus, sotto la direzione di Oreste Del Buono (1923-2003 vicino alle posizioni del Gruppo ’63) ebbe uno spazio privilegiato. Il rimando alle avanguardie storiche si fa più che mai palese nelle opere dei valvoliniani, soprattutto nei fumetti di Mattotti (Lorenzo Mattotti 1954), Igort (Igor Tuveri 1958) e Carpinteri (Giorgio Carpinteri 1958). Al gruppo appartenne anche Marcello Jori (1951), fumettista più noto come artista ed esponente dei Nuovi Nuovi, capitanato da Renato Barilli (1935) già membro del Gruppo ’63.

Lorenzo Mattotti, Igort (Igor Tuveri), Giorgio Carpinteri
La rivista nasce come Alterlinus nel 1974, a partire dal 1977 esce come Alter Alter, nel 1983 entra a farvi parte il Gruppo Valvoline al quale Oreste del Buono, il direttore, assegna la cura di un loro inserto: Lorenzo Mattotti (fumettista e illustratore), Daniele Brolli (scrittore), Giorgio Carpinteri (fumettista e architetto), Igort (fumettista), Jerry Kramsky (Fabrizio Ostani, sceneggiatore e bidello), Marcello Jori (fumettista e artista)

Marcello Jori, Dino Battaglia, Guido Crepax, Valentina, 1965

 

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